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Mimose a Mistretta

Angela Ribaudo recita Medea di Euripide

 

Domenica 8 Marzo, dalle ore 18,30 alle 21 circa, come da programma, nell'aula magna dell' Istituto comprensivo di Mistretta si è svolta la festa della donna. Grande è stata la partecipazione da parte di un pubblico molto variegato per età, ma accomunato da uno stesso interesse: rendere omaggio alle donne amastratine, e non, e passare in maniera spensierata e nello stesso tempo costruttiva delle ore, ammirando dei quadri (di Liria Ribaudo Anna Maria e Nina Valenti), ascoltando buona musica (Lucio e Giuseppe Vranca hanno eseguito alla tromba vari brani musicali,Lucia Dolcemaschio ci ha intrattenuto con l'esecuzione del brano musicale in sibemolle op.87 per clarinetto di Arnold Malcom, mentre Valentina Pettineo ha cantato due canzoni) e riflessioni, in versi ed in prosa, sulla condizione della donna, non solo odierna, ma anche quella del passato. Grazie ai vari flash che hanno saputo creare le novelle, i racconti delle neo-scrittrici, quali Mariangela Biffarella, Viviana Villardita, Nella Seminara o i versi delle poesie di Graziella Di Salvo, Maria Porracciolo e della sottoscritta, per citarne alcune, il tempo è volato piacevolmente. Il giusto merito va riconosciuto anche alla brava Lucia Porracciolo che ha condotto in maniera sciolta, ricucendoli con riflessioni sul tema, i vari momenti dello spettacolo. 

Molto apprezzate sono state le recite di due brani, di cui uno di Nino Martoglio da parte di Giuseppina Accidente dal titolo "Amuri di fimmina e amuri di matri" ed un monologo tratto dalla Medea di Euripide, interpretato sapientemente da Angela Ribaudo.

Pertinente al tema della giornata è stato l'intervento di Peppino Ciccia che ha letto alcuni passi del diario di Rita Atria, un'adolescente,"testimone di giustizia" contro la mafia che, per sfuggire all'isolamento affettivo e fisico in cui era stata costretta a vivere anche dalla stessa madre, si suicidò a soli 17 anni dopo la strage di Via D'Amelio, in cui perì il giudice Borsellino, l'unica persona che le aveva dato la sicurezza e la forza di testimoniare anche contro i suoi stessi familiari collusi con la mafia.

Sentita commozione ha suscitato presso il pubblico la lettura, da parte di Tatà Lo Iacono, di una poesia della regina Maria Josè dal titolo "La morte non esiste" (Chi la volesse leggere può farlo collegandosi al sito: www.mistretta.eu) dedicandola a Graziella Idolo, la mia collega di Storia e Filosofia, recentemente scomparsa in maniera prematura ed improvvisa.

Alla fine della serata le donne sono state gentilmente omaggiate di rose e di mimose da parte delle associazioni promotrici dell'evento, "Progetto Mistretta" e "Pro loco amastratina". Ma il merito più grande va all'ideatore  e programmatore della manifestazione, Dino Porrazzo, che ha voluto sorprendere la propria consorte, Liria, facendo leggere, a insaputa della moglie, a Sebastiano Insinga un racconto da lei scritto anni addietro, dal titolo "Il carrozzone".